Tieniti stretti i Sogni

           

Tieniti stretti i Sogni

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Un’intervista a Renata Murez e Nyei Murez in occasione dei Seminari di Tensegrity® e Theater of Infinity® (Teatro dell’Infinito) a New York City e a Denia -in Spagna, dal titolo Una Chiamata per Risvegliare l’Azione

Ogni settimana sarà pubblicata un’altra risposta in aggiunta a questo gruppo di domande: ringraziamo soprattutto Nat Carlson, Eliana Carlson e Eugenia Kulikova per aver raccolto le domande ed aver iniziato la conversazione su questo interessante tema che esploreremo a New York a settembre e a Denia – Spagna, a novembre: i ruoli che rappresentiamo nella vita e le tipologie a cui apparteniamo, che don Juan definì in maniera comica (piscio, peto e vomito)– come possiamo cambiare la nostra attitudine riguardo a questi ruoli per poter percorrere il cammino dei nostri sogni.

1) Ho un sogno che riguarda qualcosa che vorrei davvero realizzare nella mia vita: quando sono in uno stato nel quale riesco ad agire e a sostenere questo sogno, posso sentire che nel mio mondo tutto funziona bene. Però passo anche lunghi periodi di tempo senza fare nulla per sostenere questo mio sogno e mi sento perso/a e travolto/adal mondo della vita quotidiana. Cosa posso fare per consevare questo stato in cui riesco a sostenere il mio sogno, per non restare bloccato/a e non sentirmi soprafatto/a?

Reni: Manifestare un sogno è un’interazione che avviene a vari livelli all’interno di noi stessi…

A livello del nostro nucleo energetico essenziale forse sappiamo quello che ci piacerebbe sognare o creare, lo portiamo profondamente dentro di noi come un anelo, fino a quando non iniziamo a manifestarlo a livello fisico nella nostra vita quotidiana. A livello della nostra esperienza fisica della vita quotidiana, forse possiamo vedere, assaporare, toccare, ascoltare o annusare, qualcosa che c’ispira e ci stimola ad agire perchè tocca la nostra essenza interna.

Indipendentemente da ognuno di questi approcci, manifestare un sogno implica la manifestazione di una scintilla dello spirito e a volte dei passi pratici per manifestarlo – un piano, un piano B, una strategia finanziaria, dei partecipanti che lo appoggiano e la capacità di tenersi ‘fermo’ o concentrato/a nel nostro sogno, malgrado l’apparire di contrattempi e di contrattempi apparenti, ed interruzioni nel nostro percorso per realizzarlo.

E quando ci troviamo nel mezzo di queste interruzioni nella realizzazione dei nostri sogni – quando la nostra famiglia ha bisogno di un medico, quando abbiamo subito delle perdite economiche, quando un’altra persona ha bisgono della nostra attenzione, va benissimo ‘parcheggiare’ il nostro sogno per un periodo di tempo, affidandolo nelle braccia sicure ed affidabili del nostro spirito (in realtà è da lì che viene il nostro sogno) mentre le nostre facoltà ed attenzione sono concentrate da qualche altra parte.

E quando ci stiamo preparando di nuovo per vivere il nostro sogno, possiamo sempre reimmergerci nella nostra essenza e ritrovare, sentire un’altra volta quel sentimento misterioso di star portando, come su un tappeto volante, una corrente energetica che passa attraverso noi stessi e il nostro progetto, trasformando al confronto questi piccoli contrattempi in piccoli ostacoli.

I nostri sogni sono la nostra magia – saranno sempre con noi, alla nostra portata. Non dobbiamo giudicare il nostro successo o progresso con loro come se fosse una competizione di carriera. Così come la magia, i nostri sogni hanno una loro vita ed un loro programma. Se riusciamo a sincronizzarci con il nostro sogno, invece di volere che il sogno si sincronizzi con noi, forse avremmo più opportunità di realizzarlo.

Il poeta ed attivista sociale americano Langston Hughes, esprime questo stesso sentimento nella sua poesia:

Sogni:

Afferrati forte ai sogni

Perchè se i sogni muoiono

La vita è un uccello con le ali rotte

Che non può volare.

Afferrati forte ai sogni.

Perchè quando i sogni se ne vanno

La vita è terra arida

Gelata di neve.

Nyei: Si! Come ha detto Reni, non giudichiamo noi stessi! A livello pratico, psicologico, questo tipo di giudizio danneggia il nostro sistema nervoso, ed un’altra risposta può essere la ‘paralisi’ – quando uno riesce appena a muoversi, con una respirazione superficiale, vincolato in un circolo di dialogo interno ripetitivo – e pertanto incapace di sognare.

La lotta e la fuga da un predatore o da una minaccia attivano il sistema nervoso che risponde con un aumento del flusso di adrenalina, stimola il battito cardiaco, il movimento muscolare e apre i bronchi. Nel restare paralizzato o ‘fingersi morto’, come risposta ad un predatore o ad un pericolo, si attiva il sistema nervoso parasimpatico, che normalmente è responsabile della digestione, del riposo, dell’espulsione ed altre funzioni restauratrici e liberatorie. Con la ‘paralisi’ la risposta parasimpatica rallenta la respirazione e il movimento dei muscoli, portando il sistema nervoso ad uno stato conosciuto come ‘immobilità tonica’, si tratta di una risposta che salva la vita davanti ad un minaccia reale. Una volta che il predatore si è ritirato l’animale si scuote spontaneamente e il suo sistema nervoso torna all’omeostasi.

Noi, indubbiamente, come esseri umani, a volte restiamo bloccati alla maniera della paralisi, reiterando ripetitivamente nella nostra mente il nostro scenario di paura, anche quando il pericolo reale non è più presente – o semplicemente quando è in pericolo la nostra immagine e non realmente la nostra persona.

Se riesci a respirare più profondamente, alzarti, scuoterti e praticare alcuni movimenti di Tensegrity® affinchè il tuo sangue, linfa ed energia circolino nuovamente – anche i tuoi pensieri e le tue esperienze si rinnoveranno.

Da lì puoi guardare di nuovo a quello che vuoi davvero sognare, e così come ha detto Reni, pianificarlo in accordo con esso. Puoi appuntarti per quale motivo ti sei sentito sopraffatto, determinare cos’è essenziale per te, cosa non è essenziale e di che aiuto hai bisogno.

In questo modo il caos non resta troppo a lungo dentro di te sopraffacendoil tuo sistema nervoso – e potrai sognare – per immaginare e vivere nuove possibilità.

Il nostro sistema nervoso è progettato per sognare. E’ così che sono sopravvissuti i nostri antenati – ed è così che siamo sopravvissuti noi – abbiamo qualcosa da sognare, qualcosa per cui vivere. Per tanto è vitale, come dice il poeta Langston Hughes, afferrarsi forte, con cura e amore, ai nostri sogni.

2)  E’ difficile realizzare un sogno quando tutto nella vita sembra remare contro di esso. Cosa posso fare per mantenerlo vivo e continuare a lottare per conseguirlo?

Reni: E’ interessante osservare che nell’arco della storia umana si è ottenuto molto di più attraverso la lotta ed affrontando delle sfide che quando i nostri antenati erano in vancanza!

Il sentimento che tutto sta remando “contro il nostro sogno” può essere una benedizione ed un segno, allora dovremmo porci delle domande riguardo al nostro stesso sogno, se questo è il momento giusto, se abbiamo la disponibilità per realizzarlo e a quale livello di manifestazione si trova.

Per esempio, potremmo trovare un momento tranquillo, raggiungere uno stato di silenzio e chiedere alla nostra essenza: Como sto interpretando questo sogno? E’ il momento giusto per iniziare a lavorare cercando di avvicinare il mio sogno? Come posso prepararmi meglio per il mio sogno? Potrebbe il mio sogno essere realizzato attraverso altri mezzi diversi da quelli che sto usando adesso, e dovrei forse coinvolgere altre persone?

E con queste risposte potremmo spostarci verso un terreno più pratico per il nostro sogno, mantenendo una connessione costante con la nostra essenza. Il punto cruciale è la messa in pratica reale dei nostri sogni – altrimenti possiamo perderci tra gli alti e bassi di una cosa o dell’altra.

Nyei: Sí! Ogni sogno ed ogni sfaccettatura di un sogno ha il suo momento e la sua stagione. Quando ti senti bloccato, deluso o frustrato, è utile guardare le tue aspettative. Ti aspetti una grande lotta? O al contrario, ti aspetti che le cose vanno sempre a modo tuo, o che i tuoi sogni ‘accadono’ e basta, senza neanche un intento chiaro o un impegno da parte tua?

Come abbiamo esplorato nel nostro Seminario a New York ed esploreremo a Denia, in Spagna, abbiamo diversi stili di aspettative a questo proposito. Per esempio, potremmo sperare un elogio immediato che ci viene in aiuto, o che gli altri siano daccordo con le nostre idee, o in un aiuto pratico immediato dagli altri, che metta in evidenza che il nostro sogno sta progredendo. E se non otteniamo questo potremmo generalizzare dicendo che ‘non succede niente’ riguardo al nostro sogno… o che stiamo ‘lottando’.

Se stai guardando un fil muto o stai vedendo crescere un fagiolo, a meno che tu non abbia un filtro percettivo, non diresti che quello sforzo appassionato sia negativo, non pensi che la pianta – nella misura in cui nasce e sbuca dalla terra – sia ostruita.

Non possiamo dire che la ‘lotta’ non è ‘facile’ e viceversa. Così potremmo apprezzarle entrambe, senza restare intrappolati in nessuna.

In molte culture troviamo la convinzione che tutto dovrebbe essere dolce e piacevole in ogni momento. Ma crescere significa entrare nello sconosciuto – e per tanto, si tratta di una sensazione non familiare!!!

Accettare queste sensazioni ci aiuta ad accrescere il nostro potere, implica permettere il dispiegarsi di tutti i sentimenti implicati, mantenendo il nostro cuore concentrato su quello che vogliamo.

In molte altre culture, al contrario, credono che la lotta è ciò che dà valore alla nostra esperienza, Carlos Castaneda racconta la storia dei suoi sforzi – il suo lungo viaggio, pieno di enormi rischi, incertezze e colpi di scena che aveva incontrato sul suo cammino quando era andato a cercare il luogo dove viveva don Juan. Finalmente lo raggiunse e scrisse: “Don Juan non era affatto sorpreso di vedermi. Volevo raccontargli di quanto fosse stato difficile per me raggiungerlo. Mi sarebbe piaciuto che lui mi esprimesse le sue felicitazioni per gli sforzi titanici che avevo fatto, ma egli si burlò di me ridendo e disse: ‘I tuoi sforzi non sono importanti, l’importante è che hai trovato il mio posto’.” (da: Il Lato Attivo dell’Infinito)

3) Per cercare di realizzare il mio sogno spesso faccio cose che non hanno nessuna relazione con il sogno, per esempio, lavorare a qualcosa che non mi piace perchè devo pagare l’affitto o il mangiare. Come posso evitare di arenarmi continuando a fare cose che sono tutto il contrario del mio sogno?

Reni: Sostenere noi stessi ed imparare l’auto-responsabilità è la prima lezione per la manifestazioni dei nostri sogni.

Se non riusciamo a prenderci cura e ad alimentare noi stessi nella nostra vita quotidiana, non saremo in grado di realizzare e prenderci cura neanche dei nostri sogni.

Una cosa è sognare ed avere un sogno, un’altra cosa è portarlo in vita.

Ricevere lezioni su come realizzare con pienezza il nostro sogno può aiutarci a vivere il nostro sogno con più pienezza in un secondo momento.

Noi non odiamo le lezioni… Guardiamo alle lezioni come ad una “preparazione” e manteniamo così una mente aperta e gentile, sempre in allerta, osservando un’apertura verso la più piena realizzazione: un annuncio sul giornale, un invito ad un seminario di un amico, una conferenza sulla stessa idea che vogliamo sognare.

Nyei: Sí!! Puoi imparare molto! Io aggiungerei: Se senti un blocco nella tua esperienza – puoi vedere se c’è un blocco nella maniera con cui stai guardando alle cose – Stai mettendo la tua attenzione sulla noia, sul disagio, la ripetitività, sul non essere visto o sentito, etc.? Allora queste cose avrai, sempre di più! Invece di sentire solo fastidio, potresti vedere cosa succede se sposti la tua attenzione su quello che apprezzi del tuo lavoro, del tuo appartamento e della tua alimentazione. Che benedizione e che miracolo sono!

E vedi se puoi essere più specifico circa i tuoi sogni. La nostra tendenza è essere molto specifici rispetto a quello che non vogliamo, ma senza dubbio poco chiari rispetto a quello che realmente vogliamo. Poni la tua attenzione concreta al tuo sogno, identifica alcuni passi che puoi fare verso di esso, e come dice Reni, mettiti nel punto di vista delle opportunità per farlo crescere.

Renditi anche conto a quale tipo di attività offri resistenza. Hai difficoltà a fare un lavoro di squadra, a pianificare un programma, a riempire dei moduli, o a fare i conti? A servire o aiutare gli altri in qualche modo? Non riesci a prenderti delle responsabilità? I miei maestri mi chiedevano: “Chi arriva solo per la festa, senza aver fatto nulla per organizzarla, nemmeno le pulizie?” Le resistenze prendono molta della nostra energia vitale, energia che ci serve per sognare. Se hai delle resistenze verso qualcosa è proprio quello che devi fare di più! In ogni caso, cambiare ed accettarlo potrebbe essere esattamente quello che ti serve affinchè il tuo sogno inizi a fluire.

Questo ci porta a uno di questi “tipi” o categorie che don Juan identificò comicamente con il “sotuttoio”. Questa è la parte di noi stessi che crede di sapere tutto quello che c’è da sapere sulla nostra situazione, sulle nostre possibilità, su quello che dovremmo o non dovremmo fare. Per i veggenti del lignaggio di don Juan questa è una posizione totalmente impossibile. Essi parlano del conosciuto, lo sconosciuto e l’inconoscibile. Essi credono che se vogliamo vivere con tutte le nostre possibilità, dobbiamo avvalorare ciò che sappiano, impegnarci a ridistribuire le nostre risorse energetiche per poter entrare ed esplorare lo sconosciuto – e riconoscere che oltre questo punto c’è l’inconoscibile, la vasta porzione di infinito che è inaccessibile alla nostra consapevolezza umana.

Se teniamo conto di questo ci rendiamo conto che non potremo mai capire tutto, neanche perchè stiamo facendo un certo lavoro in un determinato momento. Magari ci sono aspetti di questo lavoro che possiamo comprendere, o scoprire, solo più tardi. Potremmo scoprire che eravamo lì per imparare una speciale abilità – una di queste abilità verso cui forse stavamo resistendo – e che si è poi rivelata di incalcolabile valore per realizzare il nostro sogno. O potremmo scoprire che eravamo lì per avere molto chiaro quello che non vogliamo fare, per poterci meglio focalizzare in ciò che invece vogliamo fare. Potremmo essere stati lì per imparare ad apprezzare gli altri che fanno questo lavoro.

4) Ho scoperto che quando voglio qualcosa lo intento, lo intento, lo intento. Posso continuare a farlo per un lungo periodo. Quando poi finalmente lo lascio andare… pum! Accade quello che avevo intentato! Esiste un medoto formale che possa essere applicato a questo processo? Questo fa parte della mestria dell’intento?

Reni: Il potere del nostro intento funziona quando manifestiamo i nostri sogni…

Per esempio io posso mettere tutto il mio intento, intento, intento, per avere una fidanzata… e consapevolmente o inconsapevolmente il mio intento per una fidanzata occupa tanta della mia ‘attenzione’ giornaliera che, sapendolo o no, cerco una fidanzata da tutte le parti finchè ne trovo una. La qualità di questa fidanzata, senza dubbio, è una misura della qualità del mio intento… Ho messo il mio intento di avere una fidanzata, o di avere una fidanzata con cui posso condividere un intento nella mia carriera professionale, dei figli, una relazione a breve o lungo termine, etc.?

Non esistono scorciatoie nella manifestazione dei nostri sogni… Possiamo intentare dalla nostra essenza quello che vogliamo, però tanti più passi pratici facciamo mentre lo stiamo intentando migliore sarà il risultato…

Nyei: Se pianti un seme mica poi lo scavi per vedere se gli sono già spuntate le radici.

La mente io-io diventa ansiosa: Succede qualcosa alla pianta? Meglio se lo vado a vedere.

Meglio sarebbe per la pianta dargli l’acqua e la luce di cui ha bisogno – e poi lasciar andare, curare il terreno e lasciar crescere la pianta. Lo stesso vale per i sogni.

Puoi diventare più consapevole e lasciare da parte alcune aspettative che potresti aver appreso dalla tua cultura o dalla tua famiglia, come: “Questa pianta, o questo sogno, dovrebbe stare meglio adesso”, oppure: “dovrebbe essere fatta”, oppure: “Non sta davvero funzionando!”

Come lo sai che non sta funzionando? E’ un fatto energetico derivato dalla percezione dell’energia così come fluisce nell’universo?

E’ probabile che il tuo sogno abbia spazio per crescere perchè ti sei fatto da parte, lasciando al tuo sogno e a te stesso un momento per riposare, un’ibernazione, riflettendo, setacciando e rivedendo, invece di seguire la pressione culturale di continuare sempre “fenza fermarsi”. Questa è una parte vitale del prendersi cura di se stessi e dei propri sogni!!

5) Tra i tre tipi, passo la maggior parte della mia vita come “l’aiutante” (piscio) o “l’esploratore” (vomito). Però sembrerebbe che per portare avanti il mio sogno devo interpretare occasionalmente anche il ruolo della “persona che da sempre consigli” (peto). Questo non lo vivo sempre come qualcosa di naturale, comodo o produttivo; a volte lo vivo come se fossi un altro. Come posso più facilmente assimilare un’altra identità quando la situazione lo richiede? Come posso navigare, assumendo questo ruolo senza giudicare me stesso/a?

Reni: Vogliamo ricordare che questi ‘tipi’ hanno un lato oscuro ed uno luminoso e che riusciamo a realizzare più facilmente il nostro sogno, se ci manteniamo o ci sforziamo di vivere il lato luminoso, perchè in questo modo stiamo lavorando direttamente dalla nostra scintilla e dalla connessione con lo spirito.

Per esempio, se ci troviamo nel lato oscuro del o della ‘aiutante’ (piscio) – la persona che non ama abbastanza se stessa e cerca per questo amore dalle altre persone in cambio dei suoi sforzi – come possiamo mai scoprire qual’è il nostro proprio sogno se siamo consumati dall’impegno di realizzare i sogni degli altri?

Se ci troviamo nel lato oscuro della ‘persona che da sempre consigli’ (peto) – la persona che non ha fiducia nella sua propria intelligenza e deve confermare per questo la sua capacità con le altre persone, dandogli ordini ad alta voce – come possiamo mai vedere appieno l’immagine del nostro sogno oltre a quello che vediamo adesso?

E se ci troviamo nel lato oscuro dell’ ‘esploratore/esploratrice’ (vomito) – la persona che dubita della sua capacità di agire e per questo si confà a diventare un ‘sognatore’ indifferente – come possiamo mai andare otre l’idea del nostro sogno?

Diventando consapevoli di queste ‘identità’ o insicurezze all’interno di noi stessi/e, e connettendoci alla nostra vera essenza per trovare nuovi modi di essere più ampi, possiamo essere spinti velocemente nel lato luminoso di ognuno di questi tipi.

Per esempio, il precedente ‘aiutante’, adesso ispirato ad amare se stesso, può imparare a dire no ai sogni degli altri e a dire di si soltanto ai suoi propri sogni. O la precedente ‘persona che da sempre consigli’, adesso accettando la sua stessa intelligenza, può imparare a dire ‘lo so’ quando lo sa, e ‘non lo so’ quando non lo sa; ed in questo modo navigare in avanti verso il suo sogno che non è ancora catalogato. Ed il precedente ‘esploratore/esploratrice’, adesso con il coraggio e il desiderio di agire può imparare a chiedere aiuto agli altri per iniziare a vivere il suo sogno.

Una volta che avviene la trasformazione dal lato oscuro al lato luminoso di queste ‘identità’ sarà possibile anche l’interazione tra queste ‘identità’. Adesso, nello stato di auto-realizzazione e umiltà – che viene dall’identificazione del nostro tipo (modello) – il nostro evoluto ‘aiutante’ o ‘esploratore’ può graziosamente avvicinarsi al nostro evoluto ‘che sempre da consigli’. Poiché essendo noi connessi con la nostra essenza e conoscendo il nostro sogno possiamo chiedere aiuto agli altri e spiegare loro la nostra visione completa, pienamente preparati a ricevere le loro idee e i loro commenti.

Nyei: Sono daccordo. E questo esprime cos’è veramente la leadership. Leadership non significa il cambiamento da uno di questi ruoli oscuri all’altro – come, per esempio, dare o ricevere ordini. Perchè se guardiamo più attentamente ad ognuno questi ruoli, possiamo vedere che sono tutti dei modi diversi di provare a controllare e a manipolare delle situazioni: nascondendosi dietro un’altra persona, provando a dominare in maniera compulsiva, o rifugiandosi nei sogni senza agire per potersi ralizzare.

Leadership significa piuttosto, per qualsiasi ruolo ci piaccia rappresentare, rappresentarlo dalla nostra essenza. Accumula la tua energia e il tuo coraggio, togliti la maschera di ombra e apriti a nuovi modi di essere, con più collaborazione ed integrità – come dice Reni – avendo fiducia in un attore più grande che ti guida: l’Infinito.

6)  Vedo la gente (me stesso incluso) cambiare ruolo a seconda della situazione, per esempio, io potrei dire che quando lavoro sono più ‘sottomesso’, invece in casa tendo ad essere un ‘leader’. Ci sono tanti motivi per questo, credo che il principale sia la paura di perdere la mia posizione sicura al lavoro, che a volte si interpone nel cammino dei miei sogni e dei miei obbiettivi.

Reni: Di nuovo, nella nostra risposta è sottinteso che si raggiunga il nostro spirito, o lato leggero/luminoso di questo ruolo, piuttosto che restare nella vibrazione più bassa.

Si, vuoi essere un buon impiegato nel lavoro, ma questo significa che smetti di pensare da solo ed adotti il ruolo dell’ ‘aiutante’ e dici solo di ‘si’ a qualsiasi compito arrivi sulla tua strada, rimpiangendo per tutto il tempo: “Oh, non sto vivendo il mio sogno, e non lo farò mai”?

Se invece adotti lo stato d’animo della tua essenza ed inizi a prenderti le tue responsabilità nel posto in cui ti trovi – qui ed ora – nella tua impresa, in questo lavoro che ti sta dando la capacità di lottare ed anche la possibilità di avere un altro sogno, allora puoi alzare la testa al di sopra della sottomissione e guardarti intorno per vedere quali aspetti del tuo lavoro attuale possono aiutarti verso il tuo sogno personale.

Per esempio, sapere come funziona il tuo dipartimento e la tua impresa, qual’è il tuo prodotto, come si promuove, cosa determina che un mese sia andato male o bene, potrebbe servirti più tardi quando avvierai i tuoi affari. O sapere che tipo di contratti hanno i tuoi colleghi, come si determina il loro salario, quali uscite gli vengono concesse e quali no, potrebbe aiutarti quando avrai dei soci nei tuoi affari.

Come accennato prima in queste risposte, non restare nel negativo riguardo ai tuoi sogni. Mettiti nel lato positivo e leggero del tuo sogno e considera ognuno dei successi della tua vita come un passo verso il suo raggiungimento.

E facendo più domande ai tuoi attuali supervisori sulla loro impresa – non credi che ti considererebbero come un ‘leader’ e non come un semplice impiegato se tu stessi nel lato luminoso del ‘consigliere’, colui che ha un ampiezza di vedute tale da vedere anche la prospettiva, invece di lamentarti delle inezie e fare proposte a nome di tutti?

Nyei: Sono daccordo. E’ chiaro che non impareremo mai niente o non faremo mai niente se tutti fossimo felici solo essendo il leader designato, o al contrario, se nessuno avesse voglia di essere un leader.

Per questo aiuta sapere dov’è la tua attenzione. L’arte di sognare è l’arte dell’attenzione. Stai sognando le tue attuali circostanze come un ‘sacrificio’ o come un’opportunità di apprendere e crescere? Ti stai lamentando o apprezzi ciò che hai? L’apprezzamento ti connette al tuo corpo di sogno e ai tuoi sogni. E’ come annaffiare una pianta. Tu ti lamenti con la pianta o gli sorridi e canti per lei? Allo stesso modo della pianta, il tuo lavoro e la tua vita cresceranno a seconda del modo in cui la coltivi!!

7) Sembra che le donne, in generale, apprendiamo dalla nostra educazione a negare il nostro vero essere e a diventare più il tipo aiutante/compiacente (piscio). Come possiamo andare oltre questo tipo di educazione e trovae la nostra vera voce?

Reni: Per iniziare a trovare la tua vera voce devi praticare il ‘parlare forte’, e per fare questo, devi essere capace di pensare ed agire da sola!

Il tipo di donna compiacente e ‘che fa del bene’ normalmente nella sua maturità si trova ancora sotto qualcun’altro, ed anche se davvero odia la sua situazione e se ne lamenta, non fa nulla davanti ai suoi superiori, perchè è convinta che la copa non è sua ma ‘loro’.

Quello di cui la donna ‘aiutante’ ha bisogno di sapere è che è essa stessa che insegna a tutti quelli che gli stanno intorno come trattarla, e secondo lei, se qualcuno la sta trattando da subordinata è perchè lei non sta facendo nulla per cambiarli.

La donna ‘aiutante’ invece di infuriarsi e provare rabbia – cosa che fa spesso per il suo senso di impotenza, agendo, sfidando e sabotando alle spalle degli altri, perchè non è capace di dire in faccia direttamente quello che vuole – deve raggiungere la sua essenza, trovare un sogno proprio, non importa se piccolo, ed iniziare a fare dei passi verso questo sogno.

Il buono del tipo ‘aiutante’ è che agisce, e se lo fa da un luogo di consapevolezza accresciuta, può spostare e focalizzare la sua azione, o ‘aiutare’ il suo stesso sogno.

Questi piccoli passi raggiunti – queste lezioni che prende di notte, queste interviste con altri architetti paesaggisti che stanno facendo ora quello che tu vuoi fare, queste riunioni con web master o artisti – si costruiscono e si accumulano (e lo stesso vale per il silenzio) tanto più fai pratica, tanto più diventa normale e non solo un’idea, tanto più anche la tua autostima fiorirà.

E mentre starai intrattenendo le tue relazioni in casa o al lavoro, verrà il momento in cui non farai più ‘marcia indietro’, ma ti troverai a discutere delle tue idee, perchè le tue nuove esperienze di vita, condotte dalla tua essenza, ti daranno qualcosa da condividere.

E per favore donne, non fatevi confondere da certa propaganda di genere. Anche gli uomini hanno questa sindrome di ‘aiutanti’ – perchè anch’essi hanno avuto un grande carico dai loro genitori – e nella misura in cui fanno dei passi verso l’espressione delle loro emozioni, anch’essi dovranno lavorare per tirarsi fuori dal lato oscuro di questo ‘tipo’, per trovare la loro vera voce, come voi.

Nyei: Sì. Non puoi sostenere o educare bene gli altri se non hai la volontà di sostenere ed educare te stesso.

Sicuramente alcuni di noi sono stati socilizzati ad essere compiacenti, l’aiutante o la musa silenziosa che assiste ed ispira gli altri non chiedendo nulla in cambio, non ha voce per esprimere se stesso – coloro che aiutano gli altri trovano molte risorse per farlo e di certo se ne privano per se stessi. Può darsi che lo facciamo soltanto per convenzionalismo o per il desiderio di piacere (vale a dire per essere ricompensati, avvalorati o protetti in qualche modo da qualcuno che percepiscono in una posizione di potere).

Possiamo facilmente indovinare che questo tipo di ‘aiuto’ spesso non viene apprezzato! E sai perchè? Perchè non aiuta realmente! Sta solo impedendo la crescita dell’altra persona, la sua capacità di sviluppare ed avere fiducia nelle sue proprie risorse. L’ ‘aiutante’ insoddisfatto può anche riempire tutto l’ambiente intorno a lui di uno stato d’animo fastidiato, lamentoso e bisognoso. Ricordate il film ‘Come l’acqua per il cioccolato‘ dove l’eroina metteva tutti i suoi sentimenti ed intenzioni nelle pietanze che cucinava? Per fortuna i suoi sentimenti erano vivaci e sostenitori! Qualsiasi cosa facciamo stiamo cucinando i nostri sentimenti, per così dire. Per tanto vogliamo essere consapevoli di questi sentimenti quando li diamo!!

Detto questo, non possiamo fare molto nella vita senza aiuto, certamente non possiamo apprendere molto o essere una parte valida di una squadra, comunità o relazione, se non impariamo come dare aiuto. Un padre o una madre, un professore, una coppia o un leader, o un veggente efficace è anche un aiutante, qualcuno che sostiene!!

8) Mentre crescevo mi dicevano che non avevo carattere, né personalità. Una parte di me è molto attenta e ‘sottomessa’ e tiene tutti in considerazione. Come posso integrare il fatto di essere così senza dimenticarmi di me stessa ed accettarlo così com’è? Voglio dire che, anche se alcune persone considerano la gente che aiuta e si preoccupa come deboli, per me è il contrario, ci vuole molto forza per agire in maniera amorevole ed aiutare.

Reni: Si, sono daccordo, ci vuole molta forza per agire in maniera amorevole ed aiutare se sei davvero consapevole del tuo sogno ed agisci in suo nome, dando il tuo aiuto perchè davvero hai qualcosa da dare, senza desiderare nulla in cambio.

Questo è l’ideale… che normalmente si pone fuori dalla norma!

Assicurati di questo quando dai, ed anche del fatto che dare non sia l’unico attributo che ti definisce. Che ci sia anche altro oltre che ‘aiutare’ gli altri, altro che ti aiuta ad esprimere te stessa attraveso i tuoi sforzi artistici, l’insegnamento di una lingua in una scuola elementare, avere e sperimentare i tuoi propri interessi.

Ognuno di noi è nel suo proprio viaggio di consapevolezza in questa vita… e la cosa migliore è ‘aiutare’ gli altri mantenendo di vista il nostro proprio viaggio!

Nyei: Si. L’amore è la forma più alta di intelligenza, diceva Carol Tiggs. La sfida che vale la pena è quella di apprendere come essere una persona che sostiene intelligentemente e amorosamente, il cui sostegno aiuti realmente a migliorare! E permettere che questo amore ti ispiri per la tua crescita! Qualunque padre o madre, per esempio, ti può dire che l’amore ti da il potere di fare cose che non avresti mai pensato di poter fare!

9) I nostri tipi di personalità cambiano nel mondo del sogno da addormentati? Ho avuto poche esperienze di sognare da addormentati, ed ho la curiosità di sapere se questo è perchè il mio tipo di personalità limita il mio campo o si interpone in questo cammino.

Reni y Nyei: Si. I lati oscuri e luminosi dei nostri tipi di personalità entrano nello spazio dei nostri sogni da addormentati.

Carlos Castaneda parla di due livelli di sogno – il primo livello è molto connesso con il nostro mondo della vita quotidiana, con gli esseri che amiamo e con i colleghi di lavoro, queste persone che conosciamo appaiono nei nostri sogni quando dormiamo e noi interagiamo con essi in sogno. Difatti molta gente va a dormire e quando si sveglia scopre di aver risolto alcune delle sue sfide e situazioni quotidiane mentre sognava dormendo. Indipendentemente dal fatto che la maggior parte dei nostri sogni siano o no di questo primo livello, essi comunque coinvolgono la nostra essenza, o se vogliamo dirlo con i veggenti, coinvolgono il nostro corpo di sogno; ed in quanto tali agiscono come una catapulta per il secondo livello dei nostri sogni da addormentati – sogni dove visitiamo nuovi paesaggi, interagiamo con nuovi esseri, esistendo momentaneamente nel luogo dello sconosciuto, del non familiare.

E dato che la nostra vita quotidiana è così ben connessa con il nostro primo livello del sogno, se siamo coloro che ‘fanno del bene’, ‘consiglieri’ o ‘esploratori’ nella nostra vita di giorno, è molto probabile che agiamo allo stesso modo nei nostri sogni di notte.

Lo stesso è certamente vero per il lato luminoso dei nostri tipi – se di giorno riusciamo a trasformare o a trascendere il nostro tipo verso il suo lato energetico, allora forse riusciremo a fare lo stesso anche nei nostri sogni da addormentati! Possiamo essere veggenti e iniziatori aiutandoci a creare delle nuove possibilità in questi sogni, sia nel regno del familiare che in quello dello sconosciuto!!

Cosi se uno dei nostri scopi in questa vita è sognare come fanno i veggenti, o semplicemente sognare come facciamo noi, è necessario trascorrere del tempo a studiare i nostri tipi, perchè questo può avere molteplici effetti ed arrivare molto più lontano di quello che immaginiamo.

Traduzione italiana di Zoì Kainosis