COS’E’ LA TENSEGRITY®?

Tensegrity® è la versione  moderna della via del navigante — pratiche e principi utili per trovare e viaggiare su un sentiero con il cuore — che don Juan Matus insegnò ai suoi quattro studenti: Carlos Castaneda, Florinda Donner-Grau, Taisha Abelar e Carol Tiggs. Don Juan era un indiano Yaqui leader di un gruppo di uomini e donne veggenti il cui lignaggio trae le sue origini nel Messico antico.

Per percorrere fino in fondo il sentiero che veramente si ama, diceva don Juan, è necessaria la passione, il coraggio, l’immaginazione, l’allerta, la disciplina, la consapevolezza di sé, la grazia, la forza, l’ingegnosità, l’efficienza, la pazienza, l’adattabilità e l’umiltà di un navigante.

Questo è ciò a cui aspirano i praticanti di Tensegrity: lo spirito del navigante. L’essere umano è un viaggiatore sul sentiero della consapevolezza il cui viaggio è stato interrotto. La lotta del navigante non è contro i suoi simili, diceva don Juan, né con sé stesso. Ed alla fine non è neanche una lotta, è piuttosto un allinearsi alle correnti energetiche del mare della consapevolezza nell’universo.

Don Juan disse che i veggenti del suo lignaggio sostenevano che l’universo è un mare di energia —un’energia in costante cambiamento. E che la cosa più funzionale che si possa fare, invece di cercare di combattere o di resistere a quel cambiamento continuo, è unire le proprie forze con esso — un’impresa per la quale è necessaria la disciplina del navigante.

Carlos Castaneda vide la Tensegrity come una descrizione molto appropriata del sentiero del navigante nel nostro tempo: una pratica di interconnessione con se stessi e con il mondo. La parola ”tensegrity” (tensione + integrità) è stata coniata dall’architetto visionario, innovatore, ingegnere e navigatore R. Buckminster Fuller. Fuller fu ispirato nel suo lavoro da ciò che vide in natura: fare il massimo con il minimo. Osservò le strutture in natura (dagli atomi alle cellule, agli alberi, ai sistemi solari, alle galassie) in cui le parti solide sono tenute insieme in una rete continua di più parti flessibili. Ad esempio, il modo in cui una cellula è tenuta insieme con il suo fluido e con la membrana semi-permeabile, o il modo in cui i pianeti e il sole si tengono in un campo di gravità. In tali sistemi, qualsiasi pressione esterna è distribuita uniformemente attraverso l’intera struttura, dando un tono elastico che aiuta a migliorare e tuttavia a mantenere la sua integrità, ed in definitiva la sua interconnessione.

Fuller evidenziò l’albero sostenitore essenziale della vita sulla terra, come un meraviglioso esempio di una struttura di ‘tensegrity’ in natura. Cresciuto da un seme, nella terra, con l’acqua, l’aria e la luce del sole, un albero cresce in una struttura di ‘tensegrity’. Con l’acqua e i gas che si spostano attraverso i canali interni, permettendogli così di essere sia flessibile che resistente, mentre oscilla e si adatta ai venti mutevoli; e dalla terra fa salire i minerali verso l’alto – frammenti di polvere di stelle – e l’acqua dalla terra al cielo.(1)

Gli ecologisti moderni sono ora consapevoli dell’interconnessione di ogni albero con gli altri, della regolazione e dell’adattamento alle esigenze della foresta, che possiamo intendere come una comunità.

E’ questa integrità resistente, l’interconnettività e l’intraprendenza, che il navigante cerca di incarnare, fisicamente, emotivamente, mentalmente, ed energeticamente, diceva Carlos Castaneda. E’ necessario fare uno sforzo continuo, indipendentemente da quanto sia difficile, per rimanere sul percorso scelto: un percorso che è in continua evoluzione e la cui mappa è stata trovata attraverso il cuore.

Don Juan chiama l’incarnazione di questo riconoscimento l’arte della libertà: la libertà di percepire la base energetica e la natura interconnessa di ogni cosa; di agire da tale percezione. Le nostre interazioni nel mondo quotidiano (in ufficio, a tavola, alla stazione della metropolitana, a piedi nel bosco, ecc), diventano così la straordinaria arena per risvegliare la nostra attenzione; la possibilità di rispondere a ciò che è presente, piuttosto che reagire in base alla nostra storia personale non esaminata.

Come esseri energetici ci accorgiamo che le rocce, le piante, gli animali, gli elementi, i pianeti e le stelle sono esseri senzienti e formano un tessuto interattivo di coscienza, di cui siamo tutti parte.

Scopriamo così che accanto al mondo che conosciamo si estende o esiste un altro mondo di esseri senzienti o consapevolezze, che è chiamato il mare della consapevolezza, o la seconda attenzione: un mondo che è accessibile al nostro sé completo, fisico ed energetico. E quel mondo ci può dare informazioni di vitale importanza, aiuto e guida per navigare meglio in questo.
Come diceva Carlos Castaneda: “
Se si entra in uno stato di realtà non ordinaria è solo per trarne ciò che è necessario per vedere il carattere miracoloso della realtà ordinaria. Per me il modo di vivere il percorso con il cuore, è la presenza nel mondo.”2

Per integrare il nostro essere in questo modo, diceva don Juan, bisogna essere impeccabili, bisogna fare cioè, un uso saggio della propria energia. Dando più del meglio di sé ai propri sforzi e mettendo l’attenzione su cose che fanno aumentare la nostra energia invece che disperderla.

Gli strumenti di interconnessione di Tensegrity® che ci possono aiutare in questa ricerca sono:

– movimenti di Tensegrity®, o Magical Passes®: la versione moderna di movimenti e posizioni del corpo e respirazioni, scoperti dai veggenti del Messico antico in stati di consapevolezza chiamati sognare, che aiutano a sintonizzare il proprio corpo energetico; ed a ripristinare un sano flusso fisico ed energetico nel proprio essere. Questi movimenti vengono praticati in silenzio, danzati con la musica o con i suoni della natura.

– revisione della vita o Ricapitolazione: rivedere le proprie esperienze di vita, le supposizioni, ciò a cui si crede e le azioni, con l’ausilio dell’attenzione e del respiro. Questo viene fatto per recuperare l’energia vitale lasciata nelle proprie interazioni e per assumersi la responsabilità della propria vita senza giudizio.

– Theater of Infinity™ (Il Teatro dell’Infinito): tale ‘Teatro’ è strettamente legato ai Passi Magici, in particolare a quelli che evocano la consapevolezza di altre forme di vita e le loro interazioni nella realtà, come: la balena narvalo, la farfalla, l’uccello, o il lupo.
Nel ‘Teatro’ inteso come una pratica di consapevolezza, mettiamo in atto scene della nostra vita, con l’aiuto dei Passi Magici e di colleghi attori-testimoni che ci supportano; permeando quelle scene con la consapevolezza espansa che include tutti gli altri esseri senzienti che abitano il mondo in cui viviamo. Questa coscienza dà maggiore contesto alla nostra esperienza umana, ed aiuta a rompere la certezza e il giudizio sui ruoli che abbiamo assunto nella vita; ci aiuta a vedere e a liberarci anche di quei ruoli che potremmo aver preso da altri, portandoci una più profonda empatia ed una maggiore libertà di scelta. (
Per maggiori informazioni)

– l’arte di sognare è l’arte di essere presenti: è l’arte di riconoscere nuove possibilità e di lavorare con il proprio veggente interiore — la nostra bussola interiore, che è collegata all’intelligenza dell’infinito; che può aiutarci a realizzare queste possibilità.
Questo include la pratica di tenere un diario di sogno e la partecipazione a circoli di sogno, aiutandoci a perfezionare l’attenzione di sogno e a riconoscere che stiamo sognando sia quando dormiamo sia quando siamo svegli.

– il Silenzio interiore è una pratica quotidiana in cui facciamo una pausa… ci sediamo o ci sdraiamo per ascoltare il nostro veggente interiore. E’ di aiuto scrivere il contenuto delle proprie ispirazioni ed anche il dialogo, o il monologo, interiore.

Con la pratica di queste tecniche, il navigante è guidato dalla premessa: ‘L’amore è la più alta forma di intelligenza’. Amore verso sé stessi, amore per gli altri, amore per la straordinaria bellezza di questo mondo. L’amore per questo momento.

La descrizione di Fuller di questo principio è pubblicata su: Buckminster Fuller: An Autobiographical Monologue/ Scenario, Documented & Edited by Robert Snyder, New York: St. Martin’s Press, 1980 pp. 46-7.

2 “Seeing Castaneda” Psychology Today, Sam Keen, 1972.

* Materiale pubblicato con l’autorizzazione di Laugan Productions e di Cleargreen Inc.