PRIMA RISPOSTA – ‘dover essere modeste’

Care partecipanti al blog!

Vi inviamo la prima risposta di Renata Murez alla domanda di una delle iscritte…
Vi invitiamo tutte ad unirvi a noi ed a seguirci nella successiva discussione nel nostro gruppo sul tema della ‘modestia’ delle donne e sul ‘tacito accordo’, che stiamo discutendo attraverso i vari messaggi di questo blog.
Quali altri eventuali argomenti/domande vorreste discutere oltre alla ‘modestia’?
Aspettando di vedere presto l’energia radiosa che emana dalle vostre domande!
Con affetto, il team del Blog.

 blog-russo

«Proviamo qualcosa di nuovo!»

DOMANDA:
“… Quando ho ricevuto l’invito a partecipare al blog delle donne ho pensato che è quasi impossibile parlare delle donne e delle loro problematiche nel mondo in cui viviamo.
Questo mi è diventato chiaro quando mi sono resa conto di aver bisogno di un blog ‘segreto’ per poter discutere di argomenti che per me sono molto importanti. Ho realizzato che sono stata cresciuta nascondendo agli altri, ed a volte anche a me stessa, la verità e le domande dolorose riguardo alle donne, il loro scopo nel mondo, il loro corpi e i loro spiriti. Ed ho anche visto che questo non riguarda soltanto me, ma anche tutte le donne intorno a me.
Ho realizzato che si tratta di una tendenza, della qualità di un certo tipo di società che permea tutte le sfere della vita. Le donne hanno paura di discutere di ciò che è ‘represso’, perché sanno che verranno criticate, ridicolizzate, o semplicemente sanno di ‘dover essere modeste’, di dover mantenere un profilo basso. Come posso rimuovere questa ‘falsa timidezza’ e cominciare a discutere apertamente delle mie domande più profonde?
Cosa pensavano di questo i veggenti dell’antico Messico?”

RISPOSTA di Renata Murez:
Mi fa piacere che tu chiami quest’abitudine o modo-di-essere delle donne, ‘falsa timidezza’, perché, anche se le donne sono governate da ormoni diversi e per questo mostrano attributi fisici diversi rispetto agli uomini, il nostro costante metterci in una ‘condizione di inferiorità’ ed avere un comportamento conciliante e sottomesso, non è la nostra vera natura, ma è il risultato di come siamo state cresciute e nutrite.
Altrimenti, perché gli archetipi delle ‘donne guerriere’ sono così popolari attualmente? Sia che emergano dai fumetti, dai cartoni animati, da film o romanzi, la donna che conosce la propria mente dice la sua verità, che vuole seguire e creare un pezzo di mondo dal suo proprio disegno, accende allo stesso modo l’immaginazione sia degli uomini che delle donne. Ed è difficile capire se questi ricordi confusi ma, allo stesso tempo emozionanti, provengono dal nostro passato prima del patriarcato o sono delle semplici speranze per il nostro futuro.
Ma indipendentemente da questo, la sottomissione delle donne è sia innata che insegnata. Passa dalle trisnonne, alle bisnonne, alle nonne, raggiungendo le figlie ed infine anche noi. Per la maggior parte di noi il motivo che ci spinge a ‘fare qualcosa di diverso’ viene da molto vicino; se osserviamo le nostre madri, ad esempio, vedremo come in alcune o in molte fasi della loro vita, esse hanno vissuto sotto il peso di una mitologia che predicava che: bisogna vivere con un uomo che vi sostenga; non potete crescere i bambini da sole; il più alto grado di soddisfazione femminile si può raggiungere solo servendo un uomo e conquistando il suo amore.

Questo tipo di visione che è imposta, sempre presente e dominante nei media, è il punto cruciale dei problemi delle donne, perché sfida il nostro immediato e naturale diritto alla vita, di prosperare e sopravvivere alle nostre condizioni, invece di farlo secondo i termini degli uomini.
Uscire da quest’alone di convinzioni necessita di una cosa: che amiate voi stesse con tutto l’amore di cui avete bisogno; che siate disposte a portare la bandiera della vostra propria vita, che siate responsabili di sventolare questa bandiera e desiderare con forza di condividere la vostra vita con gli altri, invece di dare a loro la vostra vita.
Molte donne moderne hanno sentore di questo nuovo stato d’animo e lottano di fronte a vecchi paradigmi ancora attuali. Anche se ora abbiamo i nostri posti di lavoro e siamo in grado di mantenere noi stesse, di prendere da sole la decisione di avere figli o meno, ancora temiamo che essere noi stesse significa non essere amate; questo è il residuo di come le nostre madri e le nostre nonne hanno dovuto trasformare se stesse per potersi sposare.
In questo senso il nostro passato è ancora così presente, ed è tempo che noi donne ci uniamo per andare avanti, non in una direzione lontana dalla nostra controparte maschile, ma in una direzione che ci faccia diventare delle donne forti, che prendono sul serio se stesse, che conoscono sé stesse in profondità; in modo che, se lo vogliamo, possiamo ravvivare la nostra attuale relazione, o creare un nuovo legame con un diverso tipo di uomo, ed orientare diversamente la crescita dei bambini.
Da quello che attualmente sappiamo dei veggenti dell’antico Messico, sembrerebbe, a guardarli dall’esterno, che fossero organizzati in clan o in piccoli gruppi guidati da un unico leader di sesso maschile, non era così. Regolarmente questi gruppi hanno sempre avuto un leader maschio e uno femmina, o un nagual maschio e uno femmina, i cui diversi compiti e predilezioni erano uniti in costante sostegno e considerazione reciproca, per il raggiungimento di un obiettivo comune.
Questo è un nuovo modello per noi? O forse, per certi versi, lo stiamo già vivendo nella nostra vita? Possiamo educare noi stesse guardando alle attuali tribù matrilineari e matrilocali dell’Indonesia, India, Cina, Africa, Nord e Sud America, dove la proprietà passa da madre in figlia e i mariti vanno a vivere con le loro mogli; non come un sostituto di quello che abbiamo adesso, bensì come un risveglio: il nostro attuale paradigma è una condizione, non l’unica possibilità, né l’ordine naturale predestinato.
Ogni nuova direzione è accompagnata da un gruppo di individui affini che sono ispirati ad agire. Quindi cerchiamo di riunirci insieme in questo blog – per liberarci dai vecchi ideali e diventare delle donne migliori, con più scelte.
Gli studiosi di scienze sociali osservano che ciò che rende forti i maschi è che essi vengono spinti sin dalla più tenera età a formare gruppi per fare sport, per costituire società, per connettersi tra di loro attraverso degli hobby; ma, ancora oggi, l’unico gruppo in cui forse le donne sono coinvolte è quello delle ‘mamme’.

C’è qualcosa di sbagliato in questa situazione? Le donne sono state consapevolmente separate dalle altre donne e messe invece in competizione tra di loro intenzionalmente?Francamente, è difficile da dire. Ma una cosa è certa – la maggior parte di noi donne ha aderito, e forse ancora aderisce, a questo silenzioso decreto.

Cerchiamo quindi di sperimentare qualcosa di nuovo… Scriviamo – naturalmente in forma anonima – in questo blog, di ciò che ci preoccupa nella nostra vita – sviluppo personale, corteggiamento, matrimonio, aborto, bambini – e condividiamolo nella sorellanza della nostra crescita e di quella delle altre.
Non abbiamo nulla da perdere … e solo così tanto da guadagnare …

– Renata Murez

Comments

  1. E’ meraviglioso sentir parlare di sorellanza ad un livello di consapevolezza superiore. Sembrerebbe tutto davvero da ri-costruire o forse solo da ricordare..Questa presunta parità dei sessi è falsa, se le donne non sanno chi sono possono solo scopiazzare dagli uomini e aderire a questi modelli di società che sgorgano dalle loro debolezze e non sono contrastati dalle verità di metà del genere umano.
    La connessione diretta delle donne con il femminile le caratterizza ma la separazione delle donne fra di loro le annienta. Ringrazio di cuore per fornirmi/fornirci questo strumento di connessione e sarò avida di notizie. Molte sono le mie domande e aspirazioni di conoscenza. Un abbraccio a tutte le donne di Tensegrità, coraggiose guerriere e sognatrici.

    • Grazie a te cara Mara per il tuo commento sincero e consapevole…
      il tuo è il primo commento a questo blog e, nella speranza che ne seguano molti altri, restiamo unite nella sorellanza, questo è uno dei nostri obbiettivi più ambiti… grazie per averlo ribadito…